La vita del Freelance può essere particolarmente stressante.
La nostra Mission è cercare sempre nuovi modi per semplificarla.
In questo articolo parliamo di Conti Correnti e di come gestirli al meglio, massimizzandone l’efficienza.
Partiamo!
Indice:
ToggleMi serve un Conto Corrente?
La domanda può sembrare banale, ma fidati che ci è stata posta molteplici volte dagli aspiranti Freelance.
La risposta è Sì.
Sotto il profilo giuridico e legale, non è prevista alcuna norma che prevede l’obbligatorietà di possesso di almeno un conto corrente per i lavoratori autonomi.
In altre parole, per la Legge Italiana puoi anche fare a meno di intestarti un conto corrente.
Tuttavia, questo significherebbe utilizzare esclusivamente i contanti e/o le carte prepagate per svolgere la propria attività da Freelance.
È facilmente intuibile che questa strada è decisamente scomoda, per una serie di motivi che non serve neanche specificare, come ad esempio il limite di pagamenti in contante attualmente di €4.999 per singola transazione, oppure l’onere di conservare tutto il cash a propria disposizione in un luogo sicuro (che può essere smarrito, deteriorato o sottratto illegalmente).
Di contropartita, avere un conto corrente bancario (con IBAN) significa non essere costretti a conservare denaro contatto sotto il materasso, poter ricevere liberamente bonifici e pagamenti da clienti in ogni parte del mondo e poter trasferire denaro ai fornitori con una semplice App su Smartphone.
È obbligatorio avere un Conto Corrente Italiano?
No, non è obbligatorio.
Tuttavia, io lo consiglio a tutti i Freelance, soprattutto ai Nomadi Digitali.
Questo perchè il Conto Corrente Italiano conferisce alla tua attività maggiore sostanza economica sul territorio, per cui tende a migliorare il grado di credibilità fiscale agli occhi dell’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, con un Conto Corrente Italiano puoi pagare online i tuoi Modelli F24.
Quasi tutte le banche Italiane offrono un servizio di internet banking compatibile con il Modello F24, per cui in fase di compilazione ti basta semplicemente riportare i dati che ti fornisce il Commercialista e pagare Imposte e Contributi con un semplice click.
Se non hai un Conto Corrente Italiano, ogni volta che devi pagare un’Imposta, una Tassa o i Contributo sei costretto a delegare il Commercialista (o un altro soggetto), oppure a recarti personalmente presso uno sportello postale o bancario con il Modello F24 stampato.
Se stai valutando l’apertura del tuo Conto Corrente Italiano, posso consigliarti i due istituti bancari che, a nostro avviso, offrono un ottimo rapporto qualità / prezzo: Fineco e ING Direct.
Quanti Conti Correnti posso avere?
Illimitati.
Non c’è un numero massimo di Conti Correnti che un Freelance può aprire.
Il discorso vale sia per i conti Italiani che per quelli Esteri.
Tuttavia, bisogna fare attenzione agli obblighi di dichiarazione dei Conti Correnti Esteri.
Infatti, pur non essendo previsto alcun obbligo di dichiarare al Fisco i Conti Correnti Italiani, non è sempre così per i Conti Correnti Esteri.
In particolare, la normativa fiscale prevede che vadano inseriti in Dichiarazione dei Redditi i conti correnti esteri il cui valore massimo giornaliero supera i €15.000 in un determinato anno solare.
Ad esempio, se hai un conto corrente Revolut (Lituania) e nel 2023 superi il saldo di €15.000 (anche solo per un giorno), devi dichiarare il conto corrente nella tua Dichiarazione dei Redditi 2024.
Scatta l’obbligo di dichiarare il Conto Corrente Estero anche se la giacenza media annuale supera i €5.000 in un determinato anno solare.
Vuoi saperne di più sulla Dichiarazione Fiscale dei Conti Correnti Esteri?
Dai un’occhiata al nostro articolo:
Posso utilizzare un unico Conto per la mia Vita Privata e per l’Attività da Freelance?
Assolutamente sì.
A differenza delle Società, i Freelance con Partita IVA possono utilizzare lo stesso Conto Corrente sia per la propria vita privata che per l’attività lavorativa autonoma.
Tuttavia, se utilizzi un unico conto corrente sarà più complesso individuare le entrate e le uscite finanziarie collegate all’attività e separarle dalle movimentazioni di denaro legate alla tua sfera personale.
Ad esempio, se vuoi calcolare i flussi di cassa che ha generato il tuo lavoro autonomo in un determinato periodo, dovrai scaricare tutti gli estratti conto e scorporare le entrate e le uscite personali.
Questo può rivelarsi un lavoro abbastanza lungo e complesso, soprattutto se il conto corrente riporta tante movimentazioni.
Il problema può essere risolto con l’apertura di un Conto Corrente Dedicato alla propria attività da Freelance, che non viene utilizzato per le spese personali.
Per velocizzare l’apertura del secondo conto corrente puoi fare richiesta alla tua Banca, in modo tale da non dover fare tutta la procedura di due diligence da capo con un’altro istituto bancario.
Quanti Conti Correnti mi conviene avere?
Il meno possibile.
Se hai troppi conti correnti puoi creare un’eccessiva (e spesso inutile) complessità nella gestione delle finanze.
Ciò significa rischiare di perdere tempo e risorse a controllare la ricezione di un pagamento, a versare un F24, a verificare un addebito o a controllare un saldo giornaliero.
Devo mettere da parte i soldi per pagare le Tasse?
Quando si parla di conti correnti, questa è la domanda più frequente in assoluto.
Ma partiamo da un presupposto basilare:
Se non sai QUANTO e QUANDO dovrai pagare le Imposte e i Contributi Previdenziali, non puoi mettere da parte proprio un bel niente!
Ciò significa che devi avvalerti di un Commercialista in grado di anticipare i tempi, che ti tenga aggiornato sulle scadenze e che ti faccia capire bene come calcolare le somme da mettere da parte.
Ad esempio, un Freelance in Regime Forfettario che svolge attività di Digital Marketing, iscritto alla Gestione Separata INPS, su ogni €100 incassati dovrebbe mettere da parte almeno €29, così composti:
- €4 di Imposta Sostitutiva
- €25 di Contributi INPS
Una volta determinati gli importi (o almeno quelli orientativi) e le date delle scadenze fiscali, una corretta gestione finanziaria prevede l’accantonamento delle Imposte e dei Contributi in un fondo separato, da utilizzare solo e soltanto allo scopo preciso di versare gli F24.
Il “fondo separato” può essere sia un secondo conto corrente, preferibilmente presso una Banca Italiana così da poter pagare i Modelli F24 con Internet Banking, e sia all’interno del tuo conto corrente principale.
In quest’ultimo caso, dovrai essere tu a ricordarti quali sono le somme intoccabili, destinate esclusivamente a pagare Tasse e Contributi.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento sulla Gestione dei Conti Correnti per Freelance, contatta il nostro Team.
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