Lavoratori Dipendenti in Italia con Datore di Lavoro Estero: il Rappresentante Fiscale

Scritto da: Pasquale Cappabianca

Cosa succede quando un soggetto fiscalmente residente in Italia lavora come Dipendente per un’azienda Estera?

In questo articolo, passiamo in rassegna le casistiche possibili e facciamo chiarezza su:

  • Trattamento Fiscale dei Redditi del Lavoratore Dipendente
  • Adempimenti Fiscali e Contributivi del Lavoratore Dipendente e del Datore di Lavoro Estero

Iniziamo!

Inquadramento in Italia del Datore di Lavoro Estero

La variabile più importante da prendere in considerazione, dalla quale dipende il trattamento fiscale e i relativi adempimenti, è l’inquadramento fiscale e contributivo in Italia del Datore di Lavoro Estero.

L’azienda estera che assume un dipendente che risiede in Italia (o che torna a vivere in Italia dopo un periodo all’estero), deve necessariamente dotarsi di un inquadramento in Italia.

Cosa si intende per “Inquadramento”?

In poche parole, il Datore di Lavoro Estero deve certificare e comunicare la propria presenza in Italia.

Per fare ciò, l’azienda estera ha a disposizione 2 alternative:

  1. La Stabile Organizzazione
  2. Il Rappresentante Fiscale

La scelta di una delle 2 alternative disponibili dipende dal grado di penetrazione che il datore di lavoro estero vuole avere in Italia.

Vediamole nel dettaglio:

La Stabile Organizzazione

Il Datore di Lavoro estero, per assumere dipendenti residenti in Italia, può decidere di stabilire sul territorio Italiano una Stabile Organizzazione.

Per “Stabile Organizzazione” si intende una sede fissa di affari per mezzo della quale l’azienda estera esercita, in tutto o in parte, la sua attività sul territorio Italiano.

Facciamo subito un premessa:

La Stabile Organizzazione in Italia non rappresenta per l’azienda estera il metodo più semplice e veloce per avere dipendenti residenti in Italia.

Questo perché la Stabile Organizzazione si configura praticamente al pari di una Società di Capitali, con personalità giuridica autonoma e separata da quella della casa madre estera.

Di conseguenza, la Stabile Organizzazione in Italia, controllata dal Datore di Lavoro Estero, dovrà far fronte alle obbligazioni tipiche delle Società di Capitali, come ad esempio:

  • Costituirsi tramite un Notaio
  • Iscriversi al Registro delle Imprese
  • Richiedere un Codice Fiscale ed un numero di Partita IVA
  • Presentare annualmente il Modello Redditi delle Società di Capitali
  • Registrare e Conservare le Scritture Contabili
  • Iscriversi all’INPS come Datore di Lavoro
  • ecc.

I Datori di Lavoro Esteri non sempre sono disposti ad aprire una Stabile Organizzazione solo per poter assumere dipendenti che risiedono fiscalmente in Italia.

Il discorso vale soprattutto per le aziende estere che non hanno strategia di espansione sul territorio Italiano e che hanno uno (o pochi) dipendenti che risiedono fiscalmente in Italia.

Questo a causa degli obblighi fiscali e contabili che comporta la Stabile Organizzazione, oltre ovviamente ai costi di costituzione e gestione della stessa.

Un’alternativa più “snella” rispetto alla Stabile Organizzazione è la nomina di un Rappresentante Fiscale in Italia.

Il Rappresentante Fiscale

Il Datore di Lavoro estero, per assumere dipendenti residenti in Italia, può decidere di nominare un Rappresentante Fiscale Italiano.

La nomina di un Rappresentante permette all’azienda di estera di evitare la costituzione di una Stabile Organizzazione sul territorio Italiano e risparmiare in termini sia di costi che di adempimenti fiscali e contabili.

Chi è il Rappresentante Fiscale?

É una persona fisica o una persona giuridica che adempie ad obblighi fiscali, previdenziali e contabili in Italia per conto di un’azienda estera.

In altre parole, il Datore di Lavoro Estero può nominare un professionista (es. un Dottore Commercialista) o una Società come proprio Rappresentante Fiscale in Italia, il quale sarà un “ponte di collegamento” tra l’azienda estera e le Autorità Italiane.

In questo modo, il Rappresentante Fiscale si assicura che il dipendente residente in Italia e il Datore di Lavoro Estero adempiano correttamente agli obblighi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS.

Come si nomina il Rappresentante Fiscale?

Per nominare un Rappresentante Fiscale in Italia, il Datore di Lavoro Estero deve:

  • Presentare un documento rilasciato dall’autorità pubblica del proprio Paese dal quale risultino la denominazione e l’attività svolta dal Datore di Lavoro

  • Presentare un Mandato Professionale cui risulti il conferimento dell’incarico al Rappresentante Fiscale in Italia

  • Richiedere all’Agenzia delle Entrate il rilascio di un Codice Fiscale da utilizzare per l’assolvimento dei soli obblighi previdenziali

In particolare, il Datore di Lavoro Estero che intende avvalersi di un Rappresentante Fiscale deve conferire un “Mandato con Rappresentanza” al soggetto incaricato ad adempiere in sua vece.

Il Rappresentante Fiscale, che può essere una persona fisica o giuridica, deve accettare esplicitamente l’obbligazione solidale.

Il conferimento e l’accettazione del Mandato con Rappresentanza devono risultare da atto pubblico (redatto da un Notaio).

Cosa fa il Rappresentante Fiscale?

Il Rappresentante Fiscale ha il compito di assicurarsi che sia il dipendente residente in Italia che il Datore di Lavoro Estero adempiano correttamente agli obblighi nei confronti del Fisco e dell’Agenzia delle Entrate.

In sintesi, il Rappresentante Fiscale fa in modo che vengano versati correttamente le Imposte ed i Contributi INPS che si generano dal rapporto di lavoro dipendente.

Imposte e Contributi: Come funzionano?

Il lavoratore dipendente che risiede in Italia è tenuto a versare l’IRPEF ed i Contributi INPS in Italia, anche se il suo Datore di Lavoro è un’azienda estera.

Questo perché, in estrema sintesi, le Imposte ed i Contributi si pagano nel Paese in cui si è fiscalmente residenti.

Sul Reddito percepito dall’azienda estera, il lavoratore dipendente dovrà calcolare e versare l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), con aliquota che varia in base ai vari Scaglioni di Reddito:

IRPEF – Aliquote Fiscali:

Nr. ScaglioneDaAAliquota
1€0€15.00023%
2€15.001€28.00025%
3€28.001€50.00035%
4€50.00143%

Per quanto riguarda i Contributi INPS, essi dovranno essere versati in parte dal Datore di Lavoro Estero ed in parte dal Dipendente, con la mediazione del Rappresentante Fiscale.

L’aliquota contributiva “standard” per il calcolo dei Contributi è del 33%, di cui:

  • 9,19% a carico del Lavoratore
  • 23,81% a carico del Datore di Lavoro Estero

Per qualsiasi dubbio o chiarimento sul Rappresentante Fiscale, contatta il nostro Team.

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