Affitti Brevi: Cosa sta cambiando nel 2024?

Scritto da: Pasquale Cappabianca

Il Fisco inasprisce la lotta contro gli evasori fiscali nel settore degli affitti brevi.

Grazie all’introduzione graduale del CIN (Codice Identificativo Nazionale) su tutto il territorio Italiano, si impedirà ai locatori “improvvisati” di guadagnare illecitamente con gli affitti brevi.

In particolare, il CIN dovrà essere richiesto per le unità immobiliari ad uso abitativo che vengono locate per finalità turistiche e, ovviamente, a quelle destinate agli affitti brevi.

Dal 1° Settembre 2024 parte la fase di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, che procederà con analisi incrociate dei dati riguardanti circa 500.000 locazioni sul territorio nazionale, in collaborazione con la Guardia di Finanza e con le Regioni.

Per lavorare nel mondo degli affitti brevi è quindi necessario richiedere al più presto il Codice Identificativo Nazionale, che entrerà pienamente in vigore nel 2025.

Vuoi saperne di più sugli Affitti Brevi?

Dai un’occhiata al nostro articolo:

A partire dall’entrata in vigore ufficiale di questa nuova normativa, che sta coinvolgendo gradualmente tutte le regioni d’Italia, chiunque propone in locazione una struttura senza CIN rischierà una sanzione fino a €8.000.

La sperimentazione per il rilascio del CIN ha riguardato, fino ad oggi, le seguenti regioni: Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche e Sicilia.

Nel mese di agosto sono entrate nella fase sperimentale anche Sardegna, Liguria e Molise.

Le prossime regioni che adotteranno il CIN sono Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Campania, le quali dovranno avviare la fase sperimentale sul proprio territorio di competenza entro il 31 Agosto 2024.

Anche le piattaforme ed i marketplace si adeguano:

Booking ed AirBnb, ad esempio, si sono impegnate a non permettere più la pubblicazione sui propri portali on-line di annunci sprovvisti di CIN.