La Criptovaluta è una moneta virtuale generabile e scambiabile digitalmente.
Le Criptovalute non hanno corso legale. Ciò significa che la loro accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria.
Inoltre, le monete virtuali non sono regolate da enti centrali governativi, ma sono emesse e controllate dall’ente emittente secondo regole proprie, a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire.
Oggi, investire in Criptovalute è alla portata di tutti, grazie ad applicazioni user-friendly come eToro e Binance, che consentono di comprare e scambiare monete virtuali con estrema facilità.
Così come avviene per gli strumenti finanziari tradizionali, anche per le Criptovalute è possibile creare un portfolio contenente monete virtuali e altri asset digitali differenti.
Vediamo insieme qual’è la rilevanza fiscale delle Criptovalute e come vanno dichiarate e tassate.
Indice:
ToggleProventi generati dalle Criptovalute
Dalla cessione e dal rimborso di Criptovalute possono generarsi dei proventi finanziari, che rientrano nella categoria fiscale dei redditi diversi.
I proventi finanziari (o plusvalenze) si generano dalla differenza tra il corrispettivo percepito o il valore normale delle cripto-attività permutate e il costo o il valore di acquisto.
Plusvalenza = Corrispettivo Percepito – Costo di Acquisto
Si parla di plusvalenza solo se:
Corrispettivo percepito > Costo di Acquisto
In altre parole, se vendo una Criptovaluta ad un prezzo superiore rispetto a quello a cui l’ho comprata.
Invece, nel caso in cui il corrispettivo percepito sia minore del costo di acquisto, si parla di minusvalenza, che rappresenta a tutti gli effetti una perdita di valore finanziario.
Ad assumere rilevanza fiscale sono sia le plusvalenze che le minusvalenze.
Ma non è tutto.
Le plusvalenze e le minusvalenze, per assumere piena rilevanza ai fini fiscali, devono essere generate dall’utilizzo di una cripto-attività per l’acquisto di un bene o un servizio o di un altra tipologia di cripto-attività (ad esempio, l’utilizzo di una criptocurrency per acquistare un non fungible token) o dalla conversione in Euro o in valuta estera.
Di conseguenza, non assume rilevanza fiscale lo scambio tra valute virtuali.
Tassazione delle Plusvalenze
Abbiamo stabilito che ad essere rilevanti fiscalmente sono le plusvalenze generate dall’utilizzo o dalla conversione delle Criptovalute.
Ma quali tasse si pagano sulle Plusvalenze?
L’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze è del 26%.
Attenzione!
L’imposta sostitutiva del 26% sulle plusvalenze va pagata solo se il valore della plusvalenza (al netto delle eventuali minusvalenze) supera €2.000 nel periodo d’imposta.
Ad esempio, se compri una Criptovaluta per €600 e la rivendi a €2.700, devi pagare l’imposta sostitutiva del 26% sulla plusvalenza:
Imposta Sostitutiva = (€2.700 – €600) * 26%
= €2.100 * 26%
= €546
In questo caso devi pagare l’imposta sostitutiva perchè superi la franchigia di €2.000 di plusvalenza.
Se invece in un anno guadagni ad esempio €1.000 dalla cessione di Criptovalute, non sei tenuto a pagare le tasse.
Facciamo un altro esempio.
Supponiamo che nel corso dell’anno effettui 3 operazioni di compravendita di Criptovalute:
- Compravendita 1 = Minusvalenza €200
- Compravendita 2 = Minusvalenza €100
- Compravendita 3 = Plusvalenza €2.100
Il valore della plusvalenza (€2.100) al netto delle minusvalenze (€300) è uguale a €1.800.
L’importo non supera la frachigia di €2.000 annui, quindi in questo caso non devi pagare le tasse sulla plusvalenza.
Inoltre, ricorda che hai la possiblità di usare le minusvalenze nei 4 anni successivi alla data di realizzazione per pagare meno tasse.
In questo caso devi sempre tenere conto della franchigia di €2.000. In altre parole, se hai solo €1.000 di minusvalenze, non potranno essere usate in futuro.
Nella precedente versione della normativa fiscale, le tasse sulle plusvalenze si pagavano solo se la giacenza media delle Criptovalute superava €51.645,69.
Oggi questa soglia è stata eliminata ed è stata introdotta la franchigia di €2.000 in relazione alle sole plusvalenze e non alla giacenza media delle Cripto.
Dichiarare le Criptovalute
Se possiedi investimenti all’estero o attività estere di natura finanziaria, che sono suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia, devi dichiararli nel Quadro RW della tua Dichiarazione dei Redditi.
La norma si applica anche alle Criptovalute, essendo esse “attività estere di natura finanziaria”.
I contribuenti che posseggono Criptovalute sono quindi obbligati a dichiarare il possesso di investimenti finanziari esteri in Dichiarazione dei Redditi.
A partire dal 1 gennaio 2023, le cripto attività devono essere indicate nel Quadro RW a solo scopo di monitoraggio fiscale, anche se non generano alcuna tassazione.
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