Smartworking 2023 e Nomadi Digitali: Aspetti Fiscali

Scritto da: Pasquale Cappabianca

Negli ultimi anni il lavoro da remoto è diventato sempre più popolare e, soprattutto, professionalmente accettato.

Sono sempre di più i professionisti e i dipendenti che concordano condizioni di lavoro “full-remote” con i propri clienti e datori di lavoro, e magari nel frattempo ne approfittano anche per girarsi un po’ il mondo.

In questo articolo vediamo insieme quali sono gli Aspetti Fiscali dello Smartworking e del Nomadismo Digitale nel 2023.

Partita IVA e Lavoro da Casa

Se hai una Partita IVA e lavori da casa, hai il vantaggio di poter scaricare alcune spese in Dichiarazione dei Redditi.

In particolare, se sei in affitto puoi dedurre una parte del costo relativo a:

  • Canone di locazione
  • Utenze Luce
  • Utenze Gas
  • Utenze Acqua
  • Internet

La percentuale del costo deducibile è del 50%.

Gli Smartworkers che intendono usufruire della possibilità di scaricare i costi della casa devono rispettare una serie di requisiti:

  • Essere in Regime Ordinario (no Forfettario!)
  • La sede dell’Attività deve essere registrata presso l’abitazione di residenza
  • Il contratto di locazione deve essere regolarmente registrato

Inoltre, è importante che le bollette emesse dalle Società che forniscono luce, gas, acqua e internet riportino il tuo numero di Partita IVA.

Oltre alla possibilità di scaricare alcuni costi relativi alla residenza, per i Professionisti con Partita IVA che lavorano in Smartworking non ci sono altri particolari vantaggi fiscali.

Nomadi Digitali

Nel contesto Smartworking, sono sempre di più coloro che intraprendono uno stile di vita “nomade” e si spostano periodicamente da un luogo all’altro, continuando a lavorare da remoto.

Vuoi approfondire la tua conoscenza sul tema del Nomadismo Digitale?

Dai un’occhiata al nostro articolo:

Sotto il profilo fiscale, il Nomadismo Digitale non comporta nessuna problematica o ostacolo particolare, a patto che si rispettino sempre i requisiti relativa alla Residenza Fiscale.

In altre parole, l’importante è che le Tasse e i Contributi vengano versati.

Nello specifico, la Residenza Fiscale in Italia risulta effettiva se si rispetta almeno uno dei seguenti requisiti per un minimo di 183 giorni all’anno:

  • Sei iscritto all’Anagrafe della Popolazione Residente presso un Comune Italiano
  • Hai fissato in Italia il tuo Domicilio, inteso come centro principale dei tuoi interessi personali e professionali
  • Hai stabilito in Italia la tua Residenza, definita come dimora stabile con l’intento di rimanervi

Di conseguenza, anche se viaggi tutto l’anno, sei Fiscalmente Residente in Italia se qui mantieni il centro principale dei tuoi interessi personali e professionali.

Questo vale sia per i titolari di Partita IVA e sia per i lavoratori dipendenti.

Se vuoi andare più a fondo nel tema della Fiscalità per Nomadi Digitali, prova a dare un’occhiata al nostro articolo:

Smartworking con Residenza fuori dall’Italia

Uno dei vantaggi del lavoro da remoto è che si può svolgere anche fuori dall’Italia.

Attenzione però:

Nel caso in cui tu decida di prendere la Residenza all’estero, è importante fare alcune precisazioni.

Se sposti la Residenza fuori dall’Italia ma non ti iscrivi all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE), continuerai ad essere fiscalmente residente anche in Italia.

In questo caso devi fare attenzione agli obblighi anagrafici, burocratici e fiscali del Paese ospitante.

Ti potrebbe venire richiesto di presentare un’Application per l’ottenimento di una Residence Card o ID Card locale. Ricorda: le normative potrebbero variare da Paese a Paese.

Inoltre, se sei un lavoratore autonomo con Partita IVA, l’iscrizione all’AIRE non dovrebbe comportare particolari problemi nè con i clienti nè con i fornitori.

Se invece hai un contratto da lavoratore dipendente, prima di compiere questo passo è necessario informare il datore di lavoro, in quanto molto probabilmente il tuo trattamento fiscale in busta paga dovrà essere modificato.

Residenti all’Estero: Dipendenti di un’Azienda Italiana

Questa è una casistica che sta diventando sempre più frequente, soprattutto nei settori del Digital Marketing, IT e Programmazione.

Sempre più Aziende Italiane ricorrono a personale dipendente fuori confine, sia per un discorso di maggiori competenze tecniche che di vantaggio fiscale.

La regola generale delle Società che usufruiscono di lavoratori dipendenti prevede che all’atto del pagamento dello stipendio venga effettuata una ritenuta a titolo di acconto dell’IRPEF dovuta dai lavoratori, con obbligo di rivalsa.

Tuttavia, se il lavoratore è fiscalmente NON residente in Italia, sono imponibili solo gli emolumenti corrisposti per l’attività lavorativa svolta fisicamente sul suolo Italiano.

In altre parole, le ritenute ai fini IRPEF devono essere operate dal datore di lavoro Italiano soltanto sui redditi di lavoro dipendente prestato nel territorio dello Stato, e non sull’intera retribuzione erogata.

L’obbligo di dichiarazione ed eventuale versamento di Imposte sul Reddito ricade quindi sul lavoratore dipendente, che dovrà sottostare alle normative fiscali del Paese che lo ospita, in cui ha la Residenza Fiscale.

Per qualsiasi dubbio o chiarimento sullo Smartworking e sul Nomadismo Digitale, contatta il nostro Team.

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